Hòs
2024, performance, Biennale di Venezia, Venezia, Italia
HÒS indaga le relazioni umane e non-umane sul concetto di ospite e ospitante. La visione sulla fine si mostra polisemica e perforata dai buchi neri della memoria affetta da demenza senile. I rituali di una casa di riposo vengono radicalizzati apparendo come ancestrali riti di passaggio. Il progetto propone un'autonomia "oracolare" della malattia neurodegenerativae e come questa alteri le dinamiche in una residenza per anziani.
L'immagine
I racconti degli anziani, residenti in una casa di riposo, diventano la drammaturgia della performance. In un ambiente asettico tre OSS, dallʼaspetto identico, attivano dispositivi di tecnologia obsoleta. Si ascoltano le registrazioni degli anziani affetti da malattie neurodegenerative e durante lʼascolto ne vediamo l’immagine attraverso atti performativi. Il suono diventa uno strumento fondamentale per generare una dissonanza percettiva tra ciò che si vede e ciò che si ascolta. Un visore notturno, in soggettiva, mostra l’immaginario descritto dai racconti degli anziani, creando un conflitto con quello che accade dal vivo.
La ricerca
HÒS è la radice che dà vita a una rosa di significati eticamente opposti: vittima, nemico, ospite. Su questa ambiguità si costruisce la drammaturgia, una rivendicazione dell’autonomia oracolare nel parassita. Il telaio narrativo nasce da una ricerca etnografica svolta in una casa di riposo per anziani. Il materiale raccoglie discorsi poetici, diretti o indiretti sulla morte. L’ospizio in origine hospitium (luogo dove si ospita lo straniero), oggi è il luogo dove le persone, spesso affette da malattie neurodegenerative, sono costrette a passare l’ultimo periodo della loro vita. Oltre ai contributi della ricerca nella casa di riposo, HÒS, indaga le maglie antropologiche del concetto di ospitalità aprendo a diramazioni e innesti: divenire-animale parassita, preda e predatore, ospite e padrone, nemico e vittima, trappola e tana. le voci degli anziani racchiudono una memoria biografica alterata, si tratta di descrizioni e narrazioni inquinate dalla demenza senile. Questo ha permesso agli ospiti di oltrepassare i limiti della ragione e della logica, accedendo a un modo di pensare tanto delirante quanto poetico.
Crediti
Progetto finalista Biennale College Teatro 2024
Di Salvatore Crucitti e Gloria Zeppilli
Suono Michele Febbraio
Coreografie Francesca Santamaria
Con Adele Maria Masciello, Francesca Santamaria, Gloria Zeppilli
Si ringraziano gli ospiti della residenza "La mia Casa" CIDAS di Tresigallo, Elisa Finessi, Cristina Ventrucci, Societas, Casa di Gesso, Ana Trif, Teatro Biblioteca Quarticciolo, la Fattoria degli animali Momigliano, Anna Muskardin
Con il sostegno di La Mama Umbria International, Bottom Up!, Cranpi, Teatro Biblioteca Quarticciolo, Villa Pianciani