Duhen drut të bëhet zjarri - Serve legna per fare il fuoco
2024, installazione video, Spazio Arberia, Pallagorio (KR), Italia
Il grido allo spopolamento si fa richiamo ai futuri antenati con una nuova ritualità reazionaria. La resilienza viene mostrata come materia dell’opera nella sua malleabilità e sensibilità a captare le istanze del territorio. Un antico ballo arbëresh di unione si tramuta in un ballo di sgretolamento, una campana (forgiata da chi è stato costretto alla lontananza) viene suonata in circostanze ostili e un canto funebre viene trafitto dalle lingue di un falò. Nella piazza un lenzuolo viene trafitto dal carbone degli incendi del paesaggio calabrese. Ogni cicatrice nera è un anno lontano dalla propria casa. Lentamente si attiva un nuovo rituale che si reincarna in quei principi primordiali utili al processo di elaborazione del trauma collettivo.
L'immagine
Il titolo “Duhen drut të bëhet zjarri” esplora le ritualità dell'identità arbëreshe come grimaldello allo studio della migrazione dalla propria terra.
“Duhen drut të bëhet zjarri” è composta da una performance e una serie di video.
Era - Il vento (performance)
I presenti segnano, su di un antico lenzuolo bianco ricamato, gli anni che hanno trascorso fuori dal loro luogo di nascita. Per poter segnare una linea sul lenzuolo sono disponibili dei pezzi di carbone presi dalle foreste carbonizzate della regione. Nel mentre lettere sulla lontananza (scritte dalla comunità stessa) possono essere lette ad alta voce.
Ujët, dheu, zjarri - L’acqua, la terra, il fuoco (serie di video)
Il ballo della vagha, una danza collettiva simbolo di unità, si dissolve gradualmente, trasformandosi in un ballo solitario. Analogamente, l’antico canto funebre Asteriòni, che una volta era corale, si riduce a una sola voce. Infine, Pietro, il suonatore di campane, continua a suonarle ogni giorno per mantenere viva la memoria del suo popolo che “*quando per monti e per piani si effonde*”*, ricorda ai figli di Pallagorio, ovunque essi siano, il legame profondo con la loro terra d’origine (Frase tratta dal testo fuso sulle campane della Chiesa del Carmine, Pallagorio (KR).
Crediti
Opera realizzata durante la residenza artistica Radici-Rrënjët a cura di Luana Leo
Di Salvatore Crucitti e Gloria Zeppilli
Con Pietro Parrotta, Francesco Mazza, Luana Leo, Rosetta Ammirati, Vincenzo Leo, Ettore Bonanno
Con il sostegno di Radici-Rrënjët Residenza artistica