Salvatore Crucitti ☼ Gloria Zeppilli

UCCI UCCI


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Processo emotivo a una stauta

2024, performance, Accademia di belle arti di Roma, Roma, Italia

Una statua di uno scorticato in gesso dell'accademia Di belle arti di Roma viene sottoposta ad un processo para-giuridico. L'opera apre a un processo sulla morte e sulla fine citando la condanna per omicidio alla statua di Teagene raccontata dal geografo Pausania (vissuto nel II secolo d.C.). Al posto dell'indispensabile frase "La legge è uguale per tutti" viene proiettata la figura di un avvoltoio imbalsamato che impone la sua presenza durante tutta la performance. Le parole di rito del processo giudiziario sono contaminate dalle poesie di Toti Scialoja pittore, poeta ed ex direttore dell'Accademia.


“In linea con la loro metodologia, gli Ucci Ucci presentano a Ripetta 222 un “oggetto ipertestuale”, nato dalla stratificazione di materiali raccolti in situ e capace di proporsi al pubblico attraverso un’estetica esatta, rigorosa e teatrale. Mediante un procedimento di lavoro etnografico il duo analizza criticamente il luogo e quindi il sistema accademico, portando all’attenzione il rapporto e il confronto con il classico a cui ogni giovane artista contemporaneo è ancor oggi chiamato a rispondere. Citando il processo per omicidio intentato contro la statua di Teagene di Taso, viene portata in scena la copia dell’Ecorché di Jean Antoine Houdon, legata alla storia dell’accademia romana e simbolo di una metodologia didattica ottocentesca. Tale monumentalità, sottolineata dalla presenza di un sapere manualistico, viene agita dai performers attraverso ripetuti tentativi di relazione e confronto. Le azioni vengono intervallate da letture di filastrocche firmate Toti Scialoja. All’eternità dell’antico insita nella statua, nell’accademia e nella stessa città di Roma, si contrappone l’anti monumentalità di un maestro contemporaneo, dando voce ad una geografia irreale, abitata da irriverenti figure animali. La conclusione, sancita dalla caduta simbolica dei performers, simboleggia una resa data dalla stanchezza presente sia nello spettatore, che aspetta un evento che possa interrompere la ripetitività delle azioni, sia negli artisti in difficoltà nel rapportarsi con il classico. Una resa, sinonimo di un totale esaurimento, differente dalla morte ma ugualmente definitivo.”
Testo di Gioia Cianchi ed Emanuela Dezi


In occasione della manifestazione Ripetta 222 https://abaroma.it/attivita/ripetta222-2024/







photo credits: Erica Ronci e Monkeys Video Lab